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Sposarsi in comune: 5 consigli per un rito civile impeccabile
La formalità della sala municipale, la lettura degli articoli del Codice, l’iter burocratico…sono tutti aspetti fondamentali del matrimonio civile che talvolta sconfortano i futuri sposi per la loro presunta freddezza. Spesso si teme che la cerimonia civile manchi di emozione, rendendo il giorno del matrimonio tutto fuorché romantico e suggestivo. Niente di più sbagliato! Attualmente i riti civili non sono più una seconda scelta. Al contrario, rappresentano una tendenza in costante aumento tra le coppie. Matrimoni e unioni civili sono oggi personalizzabili in larga misura e i comuni, considerata l’esigenza frequente, hanno reso disponibili per gli sposi location sempre più affascinanti. Tuttavia, quando si opta per il rito civile, ci sono alcuni dettagli che non si possono proprio trascurare. Eccone 5, per non farvi cogliere alla sprovvista da documenti, firme e inaspettati preparativi.
1.Iter burocratico e altre regole. Sposarsi in comune in linea di massima è facile, veloce ed economico. Tuttavia, come tutte le procedure ufficiali con una parte burocratica, richiede precisione e rispetto delle tempistiche. La legge italiana prevede che la coppia si rechi due/tre mesi prima del matrimonio presso l’Ufficio di stato civile del Comune di residenza, per richiedere le pubblicazioni e l’autorizzazione al matrimonio. È necessario presentarsi con una precisa documentazione: carta d’identità, atto di nascita e certificati di cittadinanza e di residenza, oltre che dichiarare stato libero e assenza di parentela. Nel caso di seconde nozze va aggiunta una sentenza di divorzio, il certificato di morte in caso di vedovanza o, nel caso di cittadini stranieri, il nulla-osta alle nozze redatto dal Consolato o Ambasciata del paese d’origine. Una volta effettuate le dichiarazioni, il Comune procede con le pubblicazioni di matrimonio, affisse (e pubblicate online) per otto giorni. Il costo è una marca da bollo di 16,00 euro -di importo doppio nel caso uno dei futuri coniugi sia residente in un altro comune o si decida di sposarsi in un comune diverso da quello di provenienza-. In seguito, se non vi sono impedimenti di alcun genere, il matrimonio viene autorizzato e si può, a partire da quattro giorni dopo, procedere con le nozze!
2.La location e la scelta della Casa Comunale. La legge prevede che il rito civile si debba svolgere pubblicamente nella casa comunale in cui è stata presentata la richiesta di pubblicazione. Tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, lo spazio ufficiale non è solo quello adibito alle cerimonie all’interno del palazzo del comune. Oggi vi sono numerosi luoghi autorizzati che figurano come ‘case comunali’, in cui il rito civile ha effettiva ufficialità. Ville, dimore storiche, giardini…consultate l’elenco sul sito del vostro comune di riferimento che, ricordiamo, non è necessariamente quello di residenza, per verificarne la validità giuridica. Quest’alternativa consente una maggiore intimità ed esclusività rispetto alla sala consiliare, ma va considerato il costo d’affitto della struttura -che varia dai 50€ ai 1500€- e le tempistiche di prenotazione.
Naturalmente, questa scelta garantisce una maggiore libertà anche per quanto riguarda l’allestimento e la personalizzazione della cerimonia, potendo giocare sullo stile del sito prescelto con “altari” allestiti, nicchie, e sedute per gli ospiti. È doveroso, però, ricordare che anche le sale comunali, essendo spesso in palazzi storici, possono essere riccamente decorate e suggestive. Anche in questo caso, non siete costretti a rinunciare a decori e allestimenti personali, purché siano limitati e soprattutto…velocemente trasportabili! Scegliete composizioni floreali semplici e addobbi già pronti, per una cerimonia sobria ed elegante.
3.Articoli e promesse. Partiamo con un’informazione che forse non tutte le coppie sanno: il matrimonio civile viene comunemente celebrato dal sindaco, da un consigliere o da un assessore comunale, ma la legge italiana non vieta che a officiare il rito sia un’altra persona cara ai futuri sposi! L’unico limite è che sia maggiorenne, goda di diritti civili e non sia un parente “verticale” (nonni, genitori, figli). Pertanto, anche un’amica particolarmente vicina, in presenza di almeno due testimoni, può diventare la vostra preziosa officiante! Il matrimonio in comune prevede la lettura obbligatoria degli articoli del Codice civile riguardanti i diritti e i doveri dei coniugi. Una formula che racconta di fedeltà, assistenza morale e materiale, collaborazione, e lascia poi spazio alle più intime promesse degli sposi e alla solenne momento delle firme.
4.Quale abito prediligere. Sposarsi in comune non impone rigide regole o convenzioni sull’abbigliamento dei futuri sposi. La sposa può dunque concedersi più libertà (e dubbi!), scegliendo un abito elegante dai toni chiari, un completo giacca e pantalone, o un tailleur. Può decidere di sostituire il velo, di tradizione religiosa, con un copricapo da sposa o, se la celebrazione è all’aperto, con una coroncina floreale o cerchietto. Tuttavia, anche se civile, la sposa rimane comunque una sposa. Nulla vieta di indossare l’abito da sposa dei sogni, anche nella sala comunale!
5.Qualche idea per personalizzare il tuo matrimonio civile. È vero, il rito civile è breve e potenzialmente molto formale ma uno dei vantaggi è proprio la sua possibilità di personalizzazione, a partire dall’ingresso in sala. A differenza del matrimonio religioso, infatti, non è obbligatorio far attendere lo sposo all’altare, si può anche varcare la soglia insieme, mano nella mano, o nella modalità che la coppia sente più affine. Anche il momento delle promesse può essere ricco di coinvolgimento. Gli sposi possono leggere delle lettere, delle poesie, delle dediche sentite, per condividere apertamente le loro emozioni e il sentimento che li unisce. Inoltre, amici e parenti stretti possono essere coinvolti in altre letture, raccontando episodi o aneddoti anche allegri della coppia, per creare un’atmosfera più informale. Anche la musica gioca a vostro favore: si può scegliere una canzone simbolica, oppure una melodia classica e toccante, meglio ancora se suonate dal vivo. Infine, se nelle cerimonie religiose il rituale dello scambio delle fedi è tassativo, nel matrimonio civile si può optare per quello o per altri rituali simbolici di uguale carica emotiva.